“Metodo Coercitivo”

 Buongiorno a tutti!!
Tempo fa, vi ho parlato, in uno dei miei post, di quella che è stata la mia personale esperienza con Louis, con i problemi comportamentali causati dalla mia totale inesperienza, dall’incontro con persone sbagliate, e di come sono riuscita a riportare un po’ di “pace” nel nostro rapporto diventato davvero troppo conflittuale. Ed è proprio dal racconto della mia esperienza (se non l’avete letto cliccate qui), dalla lettura fatta per caso da una persona che di questo argomento ne ha fatto una professione, che nasce l’idea del post di oggi.
Vi lascio quindi alle considerazioni fatte da Monica Civelli, Educatore Cinofilo FICSS Consulente Educativo CReA, a proposito di quello che è definito “metodo di addestramento coercitivo”.

 “A tutti voi sarà capitato di vedere, almeno una volta, il programma che va in onda su Cielo o su Sky dove un addestratore di nome Cesar Millan va al domicilio di famiglie Americane.. 
Io ne ho viste molte, ma non solo puntate in tv; soprattutto sono andata a cercare filmati su youtube. 
 In merito vorrei fare solo alcune riflessioni, precisando che, queste, hanno solo valore come tali e che rimando a esperti del settore (istruttori cinofili, veterinari comportamentalisti, etologi ecc) le considerazioni più particolareggiate e scientifiche del caso. 
Innanzitutto non è solo Cesar Millan che usa queste modalità di interagire con il cane ma purtroppo il mondo della cinofilia è pieno di “addestratori” che credono che incutendo paura e dolore al cane si risolvono i problemi. 
Ma da dove ha origine questa modalità di interagire? 
Dall’approccio zootecnico in cui l’animale è inteso come “strumento di”, senza curarsi della sua individualità, della sua mente, del suo mondo emozionale, e soprattutto, il totale disinteresse per la qualità di relazione che si vuole instaurare con lui. 
Ma secondo voi una relazione che ha le basi su coercizione, dolore e paura oppure sui ruoli IO-UOMO comando TU-Cane devi eseguire, è proficua?
Per me è una relazione solo di subordinazione, non c’è scambio, non c’è voglia di osservare e imparare, la comunicazione è univoca. 
Io credo che per instaurare una relazione bisogna comunicare, per comunicare bisogna sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda e dialogare. E dobbiamo essere noi umani a cercare di capire che l’alterità animale è da prendere in considerazione, che le caratteristiche di specie sono importanti, che tutti gli esseri viventi sono senzienti ed hanno una mente, vivono delle emozioni, e di conseguenza queste emozioni si ripercuotono sul fisico (sul sistema nervoso, sul sistema linfatico ecc). I nuovi studi scientifici sulla mente del cane rivelano anche tutto ciò. 
Andate a cercare cosa dicono Bekoff, Mainardi, R. Marchesini, e /o altri etologi eminenti sugli animali. E sul cane in particolare. 
Comunque un’altra considerazione  da fare è che il fatto di risolvere la problematica della famiglia in 20 minuti o poco più , non è reale; quello che noi vediamo è solo un prodotto televisivo “format” ridimensionato, tagliato, aggiustato, appositamente per andare in onda inun toto di minuti. 
Ma davvero credete che dando un tirone al cane con un collare a strozzo o con le punte,  o un calcio nelle costole , o peggio, dandogli una scossa elettrica, lui smette di avere atteggiamenti aggressivi? Davvero credete che con 30 minuti di incontro si risolvano tutti i problemi?
Ma sapete quanti segnali comunicativi emettono i cani prima di produrre un comportamento?Moltissimi. 
Sapete che dietro, ad esempio, un comportamento considerato aggressivo c’è un mondo di 
motivazioni ?
Perché noi educatori raccomandiamo di informarsi e aggiornarsi per chi ha un cane e per chi ha intenzione di adottarne uno? Perché raccomandiamo di fare le puppy class secondo voi?
Perché consigliamo alle famiglie di affidarsi a dei professionisti seri , anche nella fase pre-adottiva?  Sto parlando sia di cuccioli che di cani adulti, di cani  adottati dal canile, che dagli allevamenti ecc.
Perché è dalla base che si comincia: facendosi della domande .
E queste domande potrebbero essere:
ho il tempo da dedicargli? Ho la volontà di mettermi in gioco? La vita che conduco ora o quella che condurrò nell’immediato futuro mi permettono di soddisfare i bisogni psicofisici di una cane? 
Provate a riflettere per quale motivo avete scelto di avere un cane? Perché proprio quel soggetto, inteso come individuo? Voglio davvero conoscere il suo mondo al fine di capirlo, comprenderlo e instaurare una relazione serena, stabile, di rispetto reciproco con lui o lei ? 
Se già vi siete soffermati a pensarci avete fatto un passo avanti, per voi, ma soprattutto per il vostro cane, per la vostra vita insieme. 
I cani non sono dei robot, ormai la concezione “si accendono e si spengono” è sorpassata da anni, loro sono degli individui, della specie “canis lupus familiaris”, mammiferi, che hanno un fisico una mente, un cuore, esattamente come noi, che vanno rispettati nelle loro caratteristiche di specie-specifiche e che hanno la volontà di comunicare con noi, basta che noi umani accantoniamo il concetto di “esseri supremi della natura”, e ci apriamo con umiltà al loro mondo. 
Quello che cerco di dirvi  è che ogni animale ha la sua di intelligenza, la sua individualità, le sue emozioni.
 Il cane, che vive accanto all’uomo da tantissimo tempo, non chiede altro che essere capito. 
Il sig.Cesar non lavora in questo senso: non osserva i segnali comunicativi dei cani, a lui non interessa equilibrare la relazione tra umani e cane, lavora solo sulla vessazione esercitata sul cane. 
Prendete qualche minuto e pensateci. Grazie”

.Ringrazio Monica Civelli ,  dell’ Associazione Sportiva Dilettantistica “GIRA IN GIRO BAU”   (http://www.giraingirobau.com/)


3 Comments
  1. Sono un appassionato di cani e per mia cultura personale ho voluto approfondire alcune tematiche e ho frequentato la scuola ThinkDog di Angelo Vaira, lasciatemi dire che questo articolo sfata un mito che è quello della necessità di essere forti per poter gestire un cane, e l’approccio cognitivo ha di fatto demolto il paradigma della dominanza.
    Con la forza si orttiene qualche risultato basato sulla paura, ma quanti cani farebbero soccorso e ricerca, soccorso in mare, e tante altre attività senza la fiducia necessaria con il proprio padrone?
    Solo chi non si vuole mettere in discussione o chi vule prevaricare utilizza certi metodi, lo abbiamo visto ultimamente con il servizio di Striscia quando hanno pescato quel tizio ad inseganre come usare il collare elettrico.. un uomo così violento non poteva che inseganre altra violenza.

    Con la violenza si otterrano dei buoni soldati, ma mai dei volontari.

  2. ciao a tutti,vorrei dire la mia su cesar millan…innanzitutto hanno ragione quelli che dicono che non è un buon addestratore,difatti è uno psicologo canino..incentra il suo lavoro sulla psicologia e sul comportamento canino senza condizionamenti da parte dell’uomo.secondo: i metodi più diffusi di oggi si basano sul condizionamento(bocconcino,fischietto,clicker) che mi sa tanto di aggirare l’ostacolo/problema anzichè affrontarlo.penso non esista un solo modo di fare,ma credo che i princìpi di millan siano corretti.credo anzi che prima di procedere ad un addesamento il metodo millan possa essere ottimo per instaurare un corretto rapprto caneuomo e successivamento si può passare a qual si voglia addestramento…innfine un pensiero sullo srozzo…se usato in maniera corretta non fa danni ed è utile a tenere molossi o cani paecchio energici.concludendo,prendimo quanto di buono vediamo dai vari metodi e scartiamo ciò che non ci piace,ma non criminalizziamo una persona che tutto sommato risultati ne ha avuti…io ancora non ho visto un branco come il suo…vedere pit e roth con levrieri e cani piccoli e non scannarsi lo ritengo un buon curriculum,più di quaunque diploma o master in etologia o psicologia

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