Partire senza di loro: si o no?

 

Ciao Amiciiiii!

Eccomi qui, appena tornata da New York, ancora un po’ scombussolata dal fuso orario, a scrivere questo post, nato un po’ per rispondere alle tantissime e-mail e messaggi che mi avete scritto in questa settimana.

La domanda ricorrente è stata:

partire senza di loro è un tradimento?!

Pensiero che può sembrare banale, ma che a quanto pare, non tedia solo me.

 

Dal giorno in cui ho annunciato la mia partenza, con una foto di Louis con la guida di NY tra le zampe, c’è stato un susseguirsi di messaggi sull’argomento.. alcuni di “conforto” perché hanno prontamente intuito la “normalità” e il perché della separazione da Louis, ed altri che invece avevano più o meno questo tenore polemico: ” ma come, ti ergi paladina delle vacanze dog friendly, e poi appena puoi molli/abbandoni il cane e te ne parti?”

 

Ecco, ringrazio sinceramente i primi, perché sì, non è stato facile.. non è mai facile separarsi dal proprio cane per chi vive il rapporto in maniera “viscerale” come me, ma a volte si DEVE.

Si Deve, ovviamente, non significa che qualcuno mi ha imposto di partire – perché sempre di vacanza si tratta – ma, ci sono viaggi che, ahimè, precludono la possibilità di portar il proprio cane, e NY è uno di questi: 9h + 2 di aereo – in stiva vista la taglia di Louis – l’assoluta incognita del posto (sì perché le ricerche ti aiutano a farti un’idea ma la realtà è spesso diversa), dell’accoglienza dog friendly nella città e nei locali, il tenore stesso del viaggio (che avrebbe stancato anche un maratoneta allenato, figuriamoci quel “re da salotto” di Louis);

Si Deve, perché se c’è la possibilità, viaggiare apre la mente ed arricchisce;

Si Deve perché, credo, che nessun rapporto debba esser vissuto come “impedimento” .

 

Ringrazio sinceramente anche i secondi, i “polemici”, perché, insieme ai primi, mi hanno dato modo di riflettere e di capire che le mie “paturnie” mentali (ho pensato le stesse cose di me, prima di prenotare il viaggio XD) sono poi, abbastanza comuni.

 

E’ vero, bisognerebbe scegliere le vacanze in base alle esigenze della famiglia, ed il cane ne è un componente a tutti gli effetti. Però ci sono luoghi che si sognano da tempo ( e si ritorna al discorso fatto su), e, separarsi dal proprio cucciolo per un viaggio non è, in nessun caso, sinonimo di abbandono!!!

Certo, prima di prendere in considerazione l’idea di partire, è fondamentale trovare la persona a cui affidare il nostro cane, accertarsi che sia pronta ad assumersi l’impegno che questo comporta (che sia un parente, un amico o una pensione).

E’ importante far abituare il cucciolo al luogo in cui dovrà stare, all’idea che la separazione è sempre e solo momentanea e non definitiva.

 

La parte più complicata, credetemi, sarà conciliare l’emozione per il viaggio con il rammarico di doversi separare.. questo conflitto interiore passerà, in parte, quando vedrete i luoghi che sognavate da tempo, e vi ritroverete a pensare che “sarebbero piaciuti anche a lui”..

Nel mio cuore e, al dito, sempre insieme.. Anche a New York
Nel mio cuore e, al dito, sempre insieme.. Anche a New York

Ed il ritorno sarà magico, sarà emozione pura per entrambi, ed il vostro rapporto sarà ancora più saldo di prima..

 

E voi come la pensate? Avete mai fatto un viaggio “separati”? Ne state programmando uno?

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“Quando non hai un guinzaglio da stringere, ti ritrovi a passeggiare con le mani in tasca..”

 

1 Comment
  1. Anch’io saltuariamente ho fatto dei viaggi in cui la presenza del mio bimbo peloso non era prevista, e capisco benissimo i mille dubbi che affiorano ogni volta…starà bene? non ci sono alternative per potermelo portare? gli mancherò? Ed ogni volta mi si spezza il cuore doverlo lasciare. Ma io credo che sia giusto anche avere ogni tanto un momento da dedicare al proprio compagno, a se stessi, alle proprie passioni.. E soprattutto, con questi periodi di lontananza si abitua il proprio “amato” a quattro zampe a non dipendere sempre e solo da noi, a capire che se ci assentiamo poi torniamo sempre da lui. A volte credo che portare un animale con sè anche in posti dove lui non sta bene, sia più egoistico che non affidarlo a qualcuno con cui sappiamo starà bene. E soprattutto, a me capita di sentire la sua mancanza forse più che a lui..e quando rientro ci facciamo delle feste reciprocamente per la gioia di essere di nuovo insieme
    Per inciso, il mio Sir William l’ho lasciato quasi sempre con i miei figli, che abitano con noi. Ed un paio di volte dai nonni, i miei genitori..
    Che lo viziano in modo pazzesco della serie, a pranzo ti cucino il coniglio e la sera ti faccio il pollo (essendo un “sir” lui snobba le crocchette) oppure fargli fare “colazione” con la brioches! Unico suggerimento..gli lascio sempre un mio indumento (felpa o tuta un pò vecchiotte)che ho precedentemente indossato, in modo che senta il mio odore.

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