Ciao Louis! Cosa è successo.

Ciao Family,

vi racconto cosa è successo, come è volato via Louis. Questo non è un blog post commemorativo, ci saranno e ci sono occasioni quotidiane per ricordare quel monello.

Non è una pagina per tutti, non vi inviterò a leggerla, anche se ci saranno le risposte ad alcune delle domande che ho ricevuto da Domenica; lo scrivo forse più per me che per voi, come esercizio per metabolizzare l’accaduto, perchè si sa, nero su bianco, anche in formato digitale, è tutto più nitido.

Innanzitutto in questi giorni, lo sconforto per la perdita, ha sempre lasciato uno spiraglio al pensiero “quanto siamo stati fortunati”, non solo per la qualità, la pienezza di questi 14 anni vissuti fianco a fianco, ma soprattutto per gli ultimi 15 giorni.

“Ma ho sempre visto che stava bene”:

Ho letto spesso questa frase da quando vi ho annunciato la malattia, sino alla notizia che non avrei mai voluto darvi.. ed infatti, la nostra fortuna, impagabile, è stata questa. In 14 anni, abbiamo visto il veterinario davvero poco, e per cose di poco conto.

Poi è arrivato Mathìs, e anche qualche acciacco da vecchiaia in Louis sembrava scomparso: per qualche mese Louis era diventato il cucciolo di casa. Le marachelle, i giochi spronato dal fratello (aveva finalmente scoperto la bellezza del rincorrere una pallina, a 14 anni), le passeggiate.. nulla lasciava spazio ad immaginare una diagnosi così, e così fulminante. Non vi siete persi pezzi nel racconto, non vi ho omesso dettagli, semplicemente non ce ne sono stati.

Cosa è successo:

Venerdì 19 Maggio, dopo una giornata tranquillissima, un normale venerdì sera, durante l’ultima passeggiata Louis barcollava, si appoggiava alle pareti per non cascare. Posso dirvi che tanto era lontano da me il pensiero che stesse poco bene, che in prima battuta ho pensato non si fosse del tutto svegliato dalla pennichella, come se fosse intontito dal sonno. Poi il Sabato è iniziato tranquillo, stava bene,  il solito Louis del “buongiorno mondo” che tutti conoscete. Intorno a mezzogiorno qualche episodio di tosse strana, che prima della diagnosi avevamo pensato fosse perchè si leccava il pelo tenuto troppo lungo, insomma non sembrava nulla di preoccupante.

Poi il primo pomeriggio quella che i proprietari di quadrupedi chiamano “una cacca brutta”, ecco un po’ più brutta del solito. Per cui il nostro veterinario  di riferimento ci disse come curarla per poi approfondire successivamente con esami.

Non ci siamo tranquillizzati, e visto che tanto per gli esami più specifici saremmo comunque dovuti andare in clinica (a noi i km piacciono XD e quindi ne abbiamo scelta una dove eravamo stati per Mathìs e ci piaceva tanto il veterinario, a 30km), siamo andati subito.

Arrivati lì i primi esami del sangue: bruttissimi.

E’ stato il primo vero step di panico, la prima doccia fredda perchè quella sensazione catastrofica che avevo, sino lì basata sul nulla perchè gli esami del sangue li aveva fatti recentemente ed erano perfetti, iniziava a prendere forma.

Ecografia. Minuti interminabili a fissare uno schermo dove veramente non capivo nulla. Per poi spostare a intermittenza lo sguardo sul volto del veterinario per vedere se dalle espressioni c’era preoccupazione. E poi la prima diagnosi, sommaria, ma terribile.

Il non ricovero:

Louis che dorme dopo la Tac

Il veterinario della clinica avrebbe voluto ricoverarlo in attesa del risultato degli esami del sangue che ci avrebbero detto se fosse stato in grado di reggere l’anestesia per la tac di approfondimento, ed eventualmente l’intervento.

Ci siamo opposti (ed il veterinario ha acconsentito), perchè dopo la diagnosi, ogni momento con Louis aveva un valore diverso e non volevamo lasciarlo lì (anche perchè a parte quegli episodi, stava bene).

In un cane di 14 anni, ogni momento è prezioso, vivi sempre con il fantasma della vecchiaia eppure, la diagnosi, che vista in maniera razionale, non cambia di molto l’esito a cui tutti andiamo incontro, a livello psicologico, di approccio verso Louis, ha cambiato tutto.

Se prima era semplicemente pigro e lo pungolavamo per allungare la passeggiata, dopo la diagnosi, ancora sommaria, era un “peccato, è stanco, torniamo a casa”.

Eppure, dalla diagnosi, sempre con il consenso del veterinario, il mio impegno è stato quello di viziarlo, senza remore ne freni. Speravo di avere ancora un po’ di tempo. Speravo che avesse ancora un po’ più di forze.

Questa foto l’ho scattata prima di andare ad ascoltare la gravità della situazione

La sentenza:

Già, perchè anche se continuava a stare bene, tanto che mi sentivo quasi in dubbio se sottoporlo ad anestesia per la tac “perchè tanto sta bene e non lo voglio far operare a 14 anni”, la Tac ha poi sentenziato che il tempo era quasi finito, senza possibilità di porre rimedio, senza possibilità di cure.

 

Sabato 3 Giugno:

Nei 15 giorni prima di questa data Louis ha iniziato a spegnersi, in maniera veloce, costante. Ha cambiato viso, salvo guizzi dati da qualche leccornia che gli cucinavo. Ho scoperto un Louis dolce, desideroso di contatto fisico e di mare.

C’è stato un Louis sofferente, il cui ricordo vorrei cancellare in maniera istantanea.

C’è stato il mio vivergli accanto, avvolta da un senso di totale impotenza. Non riuscivo a stare a casa, guardandolo spegnersi, eppure appena varcata la porta controllavo dalla telecamera ogni respiro e non vedevo l’ora di tornare.

Sino a Sabato 3 Giugno. La mattina non ha abbaiato, ma era con noi. Non mangiava da più di 24ore ma ci seguiva per casa. Si lamentava, ma rifiutava gli antidolorifici e qualsiasi leccornia. Poi un barcollamento, e sempre più fatica ad alzarsi. Ho capito, passando seduta per terra accanto a lui che non ce la faceva più.

Con sofferenza estrema ho capito che era arrivato il momento. Ho chiamato il veterinario, ci ha dato appuntamento per la puntura alle 17.30.

Siamo arrivati, è sceso dalla macchina, ha fatto pipì sulle sue zampe. Preso in braccio, siamo entrati dal veterinario.

Louis si è spento in braccio. Nessuna puntura.

E’ stato il suo ultimo regalo. Il più grande che potesse farmi.

 

 

Maria Cavallo

Appassionata di comunicazione e social media, nel 2011 decido di condividere online la quotidianità con Louis, creando The Italian Dog Blog, il primo dog-blog in Italia. Ho così introdotto, per la prima volta in Italia, la figura del “dog-influencer”, diventando ambassador per diverse aziende del settore pet ed extra.

No Comments Yet

Leave a Reply

Your email address will not be published.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

© 2018 Copyright TIDB di Maria Cavallo – P.IVA: 03058150735